Territorio
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Geografia della Basilicata
La Basilicata ha una grande diversità ambientale,la si potrebbe dividere in 5 zone diverse; infatti a nord-est c'è la zona del Vulture-melfese con caratteristiche di altipiani per lo più seminati a grano, mentre nella zona del Vulture abbiamo alternanza di boschi e viti; a nord-nord-ovest il Potentino con una prevalenza di boschi e montagne con un'altezza media di 1200-1500 metri; al centro abbiamo la collina materana che presenta collina ed alta collina con una grande presenza di argille brulle e calanchi; a sud-ovest invece c'è il Lagronegrese e Pollino che rappresenta la vera montagna lucana con altezze anche superiori ai 2000 metri e una forte presenza di foreste e boschi; infine a sud-sud-est abbiamo il Metapontino che è una vasta pianura alluvionale dove si pratica un'agricoltura intensiva di tipo industriale e una tipologia di costa di tipo bassa e sabbiosa.
La Basilicata è la regione più montuosa e collinare del Sud Italia (92%). Accoglie, infatti, nei suoi confini, per il 47% del territorio, soprattutto nella zona occidentale del potentino, un ampio tratto dell’ Appennino meridionale che qui prende il nome appunto di Appennino lucano. Man mano che ci si sposta dal versante occidentale verso quello orientale, facente amministrativamente parlando capo a Matera, i rilievi appenninici degradano in una vasta zona collinare (45%) fino allo Ionio dove si trova l’ unica vera pianura della regione. L’ Appennino lucano ha inizio in Campania, alla Sella di Conza (700m) e termina in Calabria, al Passo dello Scalone (740m ). Nel suo procedere verso Sud, sebbene tendi a frammentarsi in massicci isolati, l’ Appennino s’ innalza di quota mantenendo le cime dei suoi monti fra i 1.200 e 2.000 m di altezza. Le vette più alte sono il m. Pollino alto 2.248m che conserva tracce di morfologia glaciale (anche se la cima più alta del massiccio è la Serra Dolcedorme, di 2.276m, che si trova in area calabra), il m. Sirino di 2.005m, il Cervati con 1.889m, il Volturino con 1.836m. Di notevole interesse è il m. Vulture alto 1.327m, un antico vulcano spento situato al confine settentrionale con la Campania in cui si trovano i due laghetti craterici di Monticchio, originatosi in corrispondenza di una importante dislocazione tettonica circa 800.000 anni fa e gradualmente accresciutosi nel corso più fasi eruttive. L’ Appennino lucano presenta caratteri geologici abbastanza complessi. Si tratta di un poderoso edificio tettonico formato da corpi geologici sovrapposti gli uni agli altri. L’ area occidentale è prevalentemente costituita da una potente successione calcareo-dolomitica, mentre spostandoci più a Est affiorano diffusamente formazioni marnoso-arenacee e argilloso-marnose, depositi di argille e sabbie risalenti prevalentemente all’ era terzieria o cenozoica (periodo di tempo che va da 65 ad 1,8 milioni di anni fa), che per i loro caratteri litologici e giaciturali, fanno della regione una delle più franose d’ Italia (si calcolano oltre 25 frane per ogni 100 kmq). Nella zona prettamente materana si trovano le formazioni calcaree tipiche delle Murge pugliesi: un tavolato a terrazzi degradanti, con ripide pareti pressocchè verticali, dette “Gravine”, la più marcata delle quali è la Gravina di Matera. Dalla natura geologica geneticamente instabile del suolo lucano deriva la scarsa coerenza dei suoi terreni, in gran parte formati da un substrato di rocce calcaree, su cui si sono sovrapposte coperture in prevalenza di argille e sabbie. Si tratta ovunque di terreni facilmente soggetti all’ erosione e al dilavamento, nei quali anche la perdita della copertura vegetale e boschiva ha determinato un aggravante che ha comportato dissesti gravissimi. La distribuzione degli effetti dell’ evoluzione tettonica, l’ analisi dei dati geologici e geofisici e le notizie storiche sui terremoti hanno consentito di distinguere da Ovest a Est due zone con differenti caratteristiche sismiche: la prima, corrispondente all’ area appenninica a sismicità molto elevata, la seconda, comprendente la Piana metapontina e le Murge, a sismicità media e bassa. Per questo, dunque, la regione Basilicata ha recentemente optato per una politica di prevenzione e risanamento, un programma di rimboschimento e risistemazione idraulico-forestale ed un approccio metodologico mirato all’ osservazione costante delle modificazioni geomorfologiche del territorio. Oltre alle molto ristrette zone pianeggianti che si trovano lungo la breve costa tirrenica (20 km), che pertanto risulta essere per lo più alta e rocciosa, e lungo il corso dell’ Ofanto, l’ unica zona pianeggiante importante è la Piana metapontina che corre lungo il basso e sabbioso litorale ionico per circa 35 km di lunghezza e in media 30 di larghezza, formatasi in seguito alla plurisecolare azione erosiva dei numerosi corsi d’ acqua di carattere torrentizio che dall’ Appennino attraversano a ventaglio la regione sfociando proprio nel mar Ionio. Le dune litoranee, tuttavia, hanno sempre ostacolato gli sbocchi fluviali generando non pochi problemi di impaludamento. Ma la Piana di Metaponto è stata bonificata e, grazie alle qualità organolettiche del suo terreno, intensamente coltivata, divenendo certamente la parte più produttiva e ricca della regione.
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