Territorio
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Colobraro - La Storia
Colobraro "Colobraro, terra in Basilicata, in diocesi di Anglona, e Tursi, distante da Matera circa 35 km. Vi si respira un’aria sana, perché situata nella sommità di un monte, ove vedesi il palazzo baronale, che appellano il Castello. Le abitazioni di questa terra vedonsi ne' due lati di esso monte da occidente, e mezzogiorno. La prima è tutta scoscesa, e per l’altra vi si va quasi in un piano. Il di lei territorio confina da occidente con Senise, e Sant'Arcangelo, da settentrione, ed oriente con Tursi, e da mezzogiorno con Valsinni e Rotondella, mediante il fiume Sinni. Quella parte addetta alla semina dà a sufficienza il prodotto, e vi si coltiva pure della bambagia, la quale fa un capo d’industria per quella popolazione. Vino se ne raccoglie molto poco, non così poi di olio. Nella parte boscosa vi si trova caccia di quadrupedi, e dappertutto quella de' pennuti, secondo le loro stagioni. Tutta la popolazione presente è di 1770 individui, per la massima parte addetti all’agricoltura, ed alla pastorizia. Non vi mancano de' commercianti, e nella fine di luglio avanti al convento de' minori osservanti vi si tiene una piccola fiera di varie merci, ed animali, e vi sono due monti frumentari, non saprei di qual sollievo a' poveri di quella popolazione. La tassa de' fuochi nel 1532 fu di 345, nel 1545 di 245, nel 1561 di 470, nel 1595 di 583, nel 1648 di 400, e del 1669 di 168. Nel 1463 questa terra si possedea da Roberto Sanseverino principe di Salerno, al quale il Re Ferrante confermò sulla medesima, e in tutto il suo stato il mero, e misto impero usque ad mortem. Nel 1497 la medesima terra fu donata a Berardino Poderico maggiordomo dell’illustre duca di Calabria, avendola perduta Antonello Sanseverino per fellonia, ma l’acquistò di nuovo Roberto Sanseverino suo figlio nel 1507 in virtù della capitolazione di pace, nota agli eruditi, dandosi al Poderico in iscambio la baronia delle Serre. Nel 1556 per ribellione del principe di Salerno fu venduta a Fabrizio Pignatelli, col patto "de retrovendendo", e nel 1558 fu venduta per ducati 25.000 ad Eleonora Comite. Passò alla famiglia Caraffa, e nel 1617 Girolama Caraffa vendè "libere" la detta terra a Carlo Caraffa suo zio per ducati 40.000, e nello stesso anno vi ottenne esso Carlo il titolo di Principe. Nel 1619 a' 2 ottobre la rifiutò alla detta D. Girolama, col titolo di Principato, e col patto di pagare i ducati 40.000 a Dianora Cicinelli madre della medesima per ragione delle sue doti. Nel 1669 era tuttavia della casa Caraffa, in oggi però si possiede dalla famiglia Donnaperna, senza titolo di Principato".
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