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Montescaglioso - Il Castello di Parco dei Monaci

Logo Basilicata Vacanze Montescaglioso A Parco dei Monaci, grande possedimento fortificato appartenente ai monaci di Montescaglioso, c’era Rocco, un ragazzo così corto di mente che non riusciva a imparare nessun mestiere per cui la povera madre era costretta a tessere e filare giorno e notte, per sé e per lui, vestiti per i monaci.

Castello di Parco dei Monaci Montescaglioso

Una mattina gli consegnò una lunga pezza di tela dicendogli: “Rocco, i monaci non mi pagano quasi mai e quasi moriamo di stenti, perciò vai nei dintorni e cerca di trovare qualche compratore. Bada però di dare la tela a chi parla poco e non a chi si perde in troppe chiacchiere. Hai capito?”.

“Non dubitare” rispose il figlio. “Lascia fare a me che sono un uomo e non mi lascio gabbare dalle donnette”. E cominciò il giro del paese gridando: “Chi vuole la tela? chi la vuole?”.

“Ehi tu” lo chiamò la padrona di una locanda. “Vieni qua e fammi vedere quello che porti. Oggi avrei proprio voglia di fare qualche buon acquisto”.

“Sì, ma quante chiacchiere!” rispose il giovanotto. “Tu parli troppo e mia madre mi ha detto che debbo venderla a chi parla poco”. E tirò via.

“Che bestia!” commentò una comare dopo aver visto tutto. “Quel tizio dev’essere uno scemo e la faccia lo dimostra”.

A mezzogiorno la tela non era stata ancora venduta. Stanco, il giovane ambulante entrò in una chiesa, vide un grande crocifisso di fianco all’altare, gli si avvicinò e disse: “Vuoi tu la mia tela? Non ho potuto venderla questa mattina perché mia madre mi ha raccomandato di darla solo a chi dice poche parole e tutte le persone che ho conosciuto parlavano a più non posso. La vuoi tu che parli poco?... Non rispondi neppure?”.

Sentendo un sibilo prodotto da una fessura della finestra, credette che fosse la risposta affermativa alle sue domande. Sicché aggiunse: “Ho capito. Hai acconsentito”.

E senza attendere ulteriore conferma, avvolse la tela intorno al crocifisso e lo fasciò come un bambino.

Il sacrestano, che era dietro l’altare maggiore, spalancava gli occhi a quella scena comica e si grattava la zucca.

“Be’, quando mi paghi?” continuava l’idiota. “Non mi dai il denaro? Debbo venire domani?”

E il solito vento rispose “sì”.

“Va bene, verrò domani e tu mi pagherai”.

E si mosse soddisfatto di aver concluso l’affare con l’uomo più taciturno del mondo, mentre uno zoppo arrotolava furtivo la tela e la portava in regalo alla moglie.

La madre di Rocco intanto era disperata nel vederlo a mani vuote e rimpiangeva il suo lavoro perduto. Inutilmente corse in chiesa a supplicare il sacrestano che finse di cadere dalle nuvole. “Il crocifisso nudo era e nudo rimane, con licenza parlando.

Tornata a casa, la donna imprecava contro il destino che le aveva dato un figlio così stupido. Ma questi ribatteva: “Domani, se non mi paga, gli farò vedere! L’aggiusterò io per le feste”.

Il giorno dopo si recò in chiesa con un bastone di cerro lungo due metri, si fermò davanti al crocifisso e prese a gridare: “Tu ieri volesti la mia tela e mi dicesti “domani “. Adesso sono venuto a ritirare il denaro”.

E quello zitto, immobile sulla croce. “Ah, non rispondi? Ti burli di me? Ti rimangi la parola? Ti darò io la favella ” e con una bastonata sulla noce del collo mandò in pezzi il crocifisso dal cui busto, piovvero tante di quelle monetine d’argento quante non ne aveva mai immaginate in vita sua.

Davanti a quel bendidio l’idiota si buttò sul pavimento, si riempì le tasche e si mise in allegria sulla strada di casa.

FONTE: Consiglio Regionale di Basilicata.