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Nova Siri - Castello

Logo Basilicata Vacanze Nova Siri Sulla collina retrostante a Taverna, anticamente si trovava una colonia greca chiamata Siris. Siri sorse sul litorale della Lucania orientale tra la foce del fiume Siri (oggi Sinni) e quella dell'Achiris (Agri). A detta di Antioco, citato da Strabone, la colonia fu fondata da esuli Troiani; le sue origini si riflettono nel culto di Athena Iliàs. Fu occupata dai Chones, una gente del versante ionico dell'Italia, nella prima metà del VII secolo a.C.

Dopo i Chones, giunsero nella Siritide gli Ioni esuli di Colofone, che erano sfuggiti all'invasione dei Lidii, intorno al 675 a.C. I conquistatori furono così crudeli nei confronti dell'etnia locale che li perseguitarono fin dentro il tempio di Athena, strappando dalla cella coloro che vi avevano cercato rifugio. Secondo una tradizione, allora, lo xoanon della dea distolse lo sguardo, rinnovando il miracolo che si era verificato quando Aiace Oileo, a Troia aveva violentato Cassandra (Strabone 6, 1, 14).
Questo culto univa Siri a Locri, una città che aveva anch'essa un legame particolare con la dea.

Archiloco, il poeta del VII secolo proveniente da Paro, paragonò l'isola di Taso al dorso di un asino, ponendo a contrasto il suo territorio con la bellezza e l'attrattiva delle terre presso il fiume Siri. La ricchezza della terra portò alla città prosperità e fasto. Ateneo (523 C) riferiva che gli Ioni abitanti a Siri si vestissero con tuniche cinturate. Oltre a trarre vantaggio dalla sua fiorente agricoltura, Siri era impegnata in una vasta rete di relazioni commerciali, che toccava Grumento, per poi penetrare nella penisola italica e raggiungere lo sbocco tirrenico di Pissunte. Siri fu l'unico raggruppamento ionico in un territorio completamente dominato dai dorici Achei. La sua fine fu decretata dall'azione comune di Crotone, Sibari e Metaponto già alla metà del VI secolo, probabilmente per ragioni di tipo economico, per impossessarsi della fertilissima pianura, ambita soprattutto dai Metapontini, e mettere fine alla sua concorrenza commerciale. La città sopravvisse come centro minore sin quando non risorse come Eraclea nel 433 a.C., che fu distrutta dai Saraceni.

Il paese costituì un vero e proprio rifugio ed in un primo tempo prese il nome di Bollita.

FONTE: Consiglio Regionale di Basilicata.