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Pisticci - Castello

Logo Basilicata Vacanze Pisticci Nella masseria seicentesca di San Basilio la moglie del proprietario aveva una figlia così seducente che perfino il folletto perdette la testa. Tutte le notti il povero ronzava intorno alla ragazza la quale non potendone più di sentirsi sfiorare ora qua ora là, confidò alla madre: “Madre mia, ogni notte un folletto mi viene a lisciare e io ho paura che faccia il peggio”. Rispose quella: “Eh, figlia mia! Spetta a te saperlo prendere. Sai che potresti fare? Se questa notte torna a trovarti, domandagli in regalo due coperchi. Dicono che quando chiedi ai folletti i coperchi ti porta quattrini e quando gli domandi quattrini ti porta coperchi, poiché è dispettoso”.

Venuta infatti la notte il folletto si ripresentò e si mise a vezzeggiarla e quella gli disse: “Corrisponderò al tuo bene quando mi porterai due coperchi”.

“Santi numi dei folletti!, tutto qui? Quanti ne vuoi te ne porterò”, rispose il corteggiatore. E si mise a portarle soldi e soldi. E porta una volta e porta un'altra, la ragazza diventò ricca, tanto da poter ingrandire la piccola masseria e da farla diventare come è oggi.

Una notte lui le domandò: “Mi vuoi un poco di bene?”

“Si che te ne voglio” rispose la ragazza.

“E dimmi come ti chiami”.

“Mi chiamo Mestesso”.

“Che nome strano ti hanno dato! Ma non importa. Sei il mio splendore e tanto basta, cara Mestesso”.

Un giorno, stanca di quell'importuno, la ragazza disse alla madre: “Mamma, come faccio a levarmelo di torno?”. “Prova a domandargli cosa gli piace mangiare”, disse la donna. Venne la notte e la ragazza disse al folletto: “Visto che mi hai fatto tanti regali, fammi sapere cosa ti piace mangiare e te lo preparerò con le mie mani”. “A me piacciono molto le frittelle e me ne farei volentieri una scorpacciata”. “Oh povero amore, e non potevi dirmelo prima?”. Prese la farina e, seguendo ciò che le aveva detto la madre, la lavorò con latte e miele e ne fece delle frittelle. Versò l'olio nel caldaio e lo mise sul fuoco; appena fu bollente si mise a friggere.

Il folletto, che con i suoi salti aveva rovesciato una pignatta, si era seduto lì accanto a lei per non perderla d'occhio. Non appena lo vide ben rimpinzato la furba fanciulla gli disse: “Fammi un favore, amore mio, guarda nel caldaio se l'olio si è ritirato e se dobbiamo metterci dell'altro”.

Il folletto innamorato si chinò servizievole a controllare, ma poiché il fumo lo accecava, alla ragazza venne facile afferrarlo per il didietro e spingerlo nel caldaio.

“Aiuto, aiuto, che brucio!” si mise a strillare.

Immediatamente si udirono tante voci di folletti radunati nella cappa del camino che chiedevano: “chi è stato? chi è stato?”

“Mestesso” piangeva il folletto. “Aiuto, ché son fritto!”

“Chi hai detto che è stato?” insistettero i compagni, “Mestesso” cacciò in un ultimo grido. “E crepa!” sghignazzarono i compagni “visto che sei tu stesso la causa della tua rovina!” E se ne andarono altrove a fare scherzi di notte.

La fanciulla si liberò del tutto del folletto, ma c'è chi giura che, nel visitare la bella e maestosa masseria fortificata di San Basilio, il folletto si aggiri ancora per trovare la sua amata.

FONTE: Consiglio Regionale di Basilicata.