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Baragiano - La Storia
Baragiano Per il Bozza il toponimo potrebbe derivare da Ara Jani, Ara di Giano (tempio scoperto dal Lacava nei pressi dell’attuale paese) e trasformato poi in Barajanum e quindi italianizzato in Baragiano; i Normanni la chiamavano Baresanum. Per il Racioppi deriva da barragium, termine della bassa latinità che significò sbarramento, luogo munito da sbarre destinato a pagare il pedaggio. In alcuni edifici pubblici (castello, chiesa madre, campanile, cappella dell’Annunziata) si notano delle grosse pietre di arenaria: su alcune sono incise delle lettere e dei segni che hanno fatto pensare alle mura pelasgiche. Lo storico Michele Lacava asserisce di aver trovato resti di cinta muraria fortificata formata da grossi massi andati distrutti in occasione della costruzione della strada che allaccia il paese allo scalo ferroviario. La presenza misteriosa della vita di questo paese che affonda le sue radici nella notte dei tempi sembra confermata dalle testimonianze della Magna Grecia (tomba di stile dorico del VI-VII secolo a.C.), dai ritrovamenti archeologici fittili di tipo arcaico del IV secolo a.C. (produzione indigena, acroma o decorata a fasce e motivi floreali e geometrici) e dai rinvenimenti del periodo romano (scoperti durante gli scavi per la costruzione dell’edificio scolastico della scuola media) che andarono distrutti, ma esiste una cassetta video registrata dei recuperi effettuati. Un documento del 1124 indica che Baragiano apparteneva a Landolfo, principe longobardo. Nel Catalogo dei Baroni (1150-1168) è feudo di Riccardo di S. Sofia. Fu successivamente possesso dei De Sangro, degli Alagno, dei De Frisco, dei Caracciolo, dei Rendone, dei Caracciolo di Avellino, degli Arcella Caracciolo ed infine dei Caracciolo di Torella fino all’abolizione della feudalità. I baragianesi diedero prova di spirito di iniziativa e di attaccamento alla libertà nel 1799, battendosi per la repubblica partenopea e nel 1860 prendendo parte attiva alla spedizione di Garibaldi. Nel 1861 il paese fu occupato dai briganti, comandati dal picernese Saverio Cerbasi, detto Spavento, che diffusero panico tra la gente fino all’arrivo della truppe regolari. In questi secoli di storia baragianese, contrassegnata dalla miseria e dalla fame, la religione ha rappresentato l’unico barlume di speranza per la gente del posto che prima di recarsi in campagna era solita assistere ad una cerimonia religiosa.
FONTE: Consiglio Regionale di Basilicata.
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