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Maratea - Santuario di San Biagio
Maratea A quota 622 metri sul livello del mare, sorge il santuario dedicato al Vescovo e martire San Biagio. Si presenta con pronao di stile romanico a tre arcate, che dà accesso alla chiesa. All'interno sono sistemati sette altari e, nel 1879 il parroco Monsignor Baraglia arricchì la cappella del Santo con marmo bianco di Carrara. Questo tempio custodisce le reliquie del Santo Martire Biagio, vescovo di Sebaste in Armenia. L'interno è composto da una sola navata e conserva una cappella secentesca ed un bassorilievo marmoreo del XVIII secolo. I festeggiamenti in onore di San Biagio durano una settimana tra la prima e la seconda domenica di maggio. La statua, coperta da un panno rosso viene portata attraverso un sentiero, fino al paese, dove viene consegnata al Sindaco della città, che, tolto il panno, la mostra ai fedeli. A San Biagio molte guarigioni si ottenevano utilizzando qualche goccia della "santa manna", il liquido giallastro che, miracolosamente scaturiva dai marmi e dalle colonne del trono del santo. Sul ritrovamento delle reliquie di San Biagio si racconta… Mai c'era stata una notte tanto buia e mai una tempesta così violenta aveva flagellato le coste di Maratea. I tuoni e i lampi ininterrottamente avevano atterrito gli abitanti di Maratea, che si sentivano indifesi e impotenti contro il furore degli elementi. L'alba del giorno successivo mostrò, tra la nebbia che andava man mano dissolvendosi, i rottami di una nave distrutta, che venivano trascinati dalle onde del mare ancora sconvolto. Non si vedeva nessun naufrago, solo, sull'isoletta Santo Ianni, c'era qualcosa che brillava. La voce della luce che brillava si sparse subito tra la gente e gli uomini si radunarono per cercare di scoprire da dove proveniva quello splendore, ma nessuno sapeva trovare una spiegazione. Appena il tempo migliorò, tutti gli uomini cominciarono a scendere in fretta lungo i pendii, tra siepi e sassi. Il Sacerdote benediceva con mano tremante l'impresa, mentre le donne, con i bambini in braccio seguivano i movimenti dei loro uomini, li seguirono fino a quando con piccole imbarcazioni raggiunsero l'isola, caricarono qualcosa sulle loro barche e tornarono a riva. Attesero il loro ritorno fino a sera inoltrata- Li videro salire lentamente. Quando cominciarono a sentire le voci, corsero loro incontro e, insieme cominciarono ad avanzare lentamente al seguito di due buoi che trainavano un carro carico... ma di che? Solo un'urna di pietra con sul coperchio scolpito un ramo d'alloro. Camminava dietro il carro un forestiero, portando, con molta cura un rotolo. Lo straniero aveva cercato di salvare le reliquie del martire Biagio di Sebaste, sia dalla furia degli iconoclasti, sia dalla furia del mare. Appena il popolo comprese ciò, accolse il Santo e seguì in processione il carro. Ad un tratto i buoi si fermarono e si impuntarono, quasi per indicare il luogo in cui deporre l'urna. Con le offerte generose del popolo di Maratea, fu costruito il santuario, ancora oggi meta di pellegrinaggi.
FONTE: Consiglio Regionale di Basilicata.
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