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Venosa - La Storia

Logo Basilicata Vacanze Venosa L’antica Venusia fu abitata da popolazioni sannitiche. Dionigi di Alicarnasso riferisce che, già allora, era difesa da massicce mura e godeva di caratteristiche tipiche di una repubblica: aveva il suo senato e l’esercito, leggi proprie e monete coniate con il monogramma VE. Nel 291 a.C. fu colonia romana e, per conferire impulso all’economia locale, fu costruita la grande strada consolare Appia, collegante Roma con Brindisi. Si sviluppò in questo periodo anche una fiorente comunità ebraica che ben si amalgamò con la popolazione locale. Molto potente fu sotto il primo triumvirato e al tempo di Quinto Orazio Flacco, che vi nacque il 65 a.C. Dal V all’XI secolo Venusia subì le invasioni degli Ostrogoti, dei Longobardi, dei Saraceni, che iniziarono il sistematico smontaggio degli edifici romani per riutilizzarne i materiali. L’arrivo dei Benedettini e dei Normanni (1042) segnò un ritrovato benessere, documentato dall’Abbazia della Trinità e dal passaggio a città demaniale, voluto da Federico II di Svevia. Dagli Angioini passò agli Aragonesi e nel 1443 fu portata in dote da Maria Donata Orsini a Pirro del Balzo, il quale dette alla città un nuovo assetto urbanistico e fece edificare il castello, la piazza con i portici e la nuova Cattedrale. Nel 1501 fu conquistata dagli Aragonesi; poi appartenne ai Gesualdo, principi di Venosa, che ne fecero un famoso centro culturale: fondarono l’Accademia dei Piacevoli e dei Rinascenti. Venosa è nota per aver dato i natali ad Orazio Flacco (uno dei più grandi poeti latini), a Roberto Maranta (filosofo, scrittore e poeta), a Luigi Tansillo (poeta e letterato), a Carlo Gesualdo (musicista e madrigalista), a G. B. De Luca (giureconsulto e cardinale), a Luigi La Vista (poeta e patriota). Col decreto del Presidente della Repubblica del 4-4-1967, Venosa ha il titolo di Città.

FONTE: Consiglio Regionale di Basilicata.